Comitato no inceneritore Santa Palomba
Santa Palomba è una località al confine tra Roma e Pomezia. Il Comune di Roma, dopo la chiusura della discarica di Malagrotta nella quale sono stati sversati 60 anni di rifiuti, non è in grado di gestire il cosiddetto ciclo di queati e decide di costruire un inceneritore. Che, per funzionare, avrà bisogno di continui sversamenti alimentando un circolo vizioso senza fine. Con buona pace di chi ci abita e ben oltre Santa Palomba, in tutta la zona sud verso il litorale in parte e paradossalmente tutelata da vincoli ambientali e paesaggistici.
A monte c’è una scelta politica sbagliata che, in nome di un’emergenza che non è tale perché c’è sempre stata, indirizza risorse in maniera contraria nel migliore dei casi alle intenzioni dichiarate, peraltro inadeguate alla gravità della situazione a Roma e in tutto il pianeta. E alimenta traffici velenosi che andrebbero invece chiusi, quando non guadagni illeciti addirittura mascherati da operazioni di facciata (greenwashing).
Su questi temi un’intervista ad alcuni esponenti del comitato no inceneritore, a cura del coordinamento CAIO di Roma.